Italia, la mezza vittoria delle ex lavoratrici Omsa

PRC Borgo San Lorenzo 16 marzo 2012 0
Italia, la mezza vittoria delle ex lavoratrici Omsa

Stella Spinelli – E-Il Mensile On line

La lunga battaglia per le operaie che la Golden Lady – gruppo Omsa – ha lasciato a casa da mesi sembra arrivata a una svolta, che lascerà comunque molto amaro in bocca. La fantomatica azienda interessata a comprare lo storico stabilimento di Faenza si è materializzata. È Atl, una società di Forlì che produce divani e che, grazie alla copertura finanziaria di 20 milioni concessa da un gruppo di banche, ha acquistate lo stabile e riuscirà ad assumere 120 lavoratrici. La metà delle 239 rimaste senza lavoro.

L’Atl si trasferirà nella nuova sede in estate portandosi dietro tutti i suoi operai, per iniziare la produzione d’autunno. Nella fase di acquisto ha lasciato al gruppo Omsa un’area all’interno della fabbrica dove verrà inaugurato un Golden Point, nel quale troveranno lavoro altre 10-15 lavoratrici. Per le altre resta la prospettiva, ancora remota, di un grande outlet che dovrebbe aprire a breve, ma niente è ancora certo.

“Adesso il problema sono gli altri – racconta a E-Il mensile Samuela Meci, sindacalista Cgil che da sempre segue la vertenza -. Alcuni spiragli si sono aperti, appunto, con il progetto di un outlet che dovrebbero costruire qui, ma i tempi certi non ci sono, quindi la preoccupazione resta per tutti coloro che dovranno restare fuori. Può essere che nel frattempo qualcuno che ha preso una mobilità volontaria per avviare attività in proprio si stacchi dal gruppo, ma si parla di due o tre persone. La maggioranza resta e andrà tutelata e aiutata”.

Il problema, secono Meci, è di tenere sempre alta la guardia soprattutto per chi resta fuori. “Non ci possiamo permettere che entrino nel dimenticatoio – precisa – Noi siamo quelli che volevamo più durezza con la Golden Lady che ha lasciato a piedi così tante persone senza un reale motivo, visto che l’azienda non era in perdita, ma così è andata e adesso guardiamo al futuro. Pensiamo positivo, guardiamo avanti e faremo in modo che la prospettiva Atl Group si concretizzi nel migliore dei modi. Cercheremo come prima cosa di aumentare il numero degli assunti, ma è tutto un lavoro che deve ancora iniziare”.

 

 

 

 

 

 

La questione più urgente è adesso scegliere i criteri per la selezione di chi passerà ad Atl. “Dovranno essere trasparenti e inattaccabili – spiega la sindacalista -. Incontreremo l’azienda a breve e ne discuteremo. Sarà un momento duro, il più duro. Il fatto che qualcuno resterà dentro a discapito di colui che è stato compagno di lavoro e di lotta lascia l’amaro in bocca. Cercheremo, però, di gestirlo nella maniera migliore, con trasparenza, cautela e sensibilità. E non abbandoneremo chi dovrà ancora penare per tornare a lavorare”

 

 

 

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