Tatiana Bertini, Lista LiberaMente a Sinistra
INTERROGAZIONE URGENTE CON RICHIESTA DI RISPOSTA SCRITTA
Oggetto: Quali provvedimenti l’Amministrazione Comunale intenda adottare per individuare l’eventuale contaminazione delle acque del torrente Carza da parte delle sostanze inquinanti presenti a Paterno, tramite l’affluente Carzola, con particolare riguardo per i due pozzi sul Carza che alimentano l’acquedotto di S.Piero a Sieve. Qualora risultasse l’effettivo inquinamento del torrente Carza, quali provvedimenti intenda adottare, compresi eventuali screening sanitari sulla popolazione che nel territorio di San Piero possa aver utilizzato acque inquinate.
Premesso che:
Viste le notizie comparse sulla stampa nelle ultime settimane relative all’inchiesta sulla ex cava di Paterno, che ha evidenziato come questa venisse utilizzata come una discarica abusiva di rifiuti speciali, presumibilmente di fanghi derivanti dalla lavorazione delle pelli nelle concerie, con conseguente rilascio di metalli pesanti (come ad esempio cromo esavalente, oltre a rame, nichel, ferro, piombo);
Vista la scoperta fatta lunedì 4 agosto dall’assessore all’Ambiente di Vaglia, Riccardo Impallomeni, e dai tecnici Arpat, della presenza di una griglia e relativo tubo di scolo che, in caso di pioggia, raccoglie le acque del piazzale dello stabilimento ex calce Paterno e dintorni, presumibilmente cariche di inquinanti, e le scarica direttamente nel torrente Carzola che poi, confluendo nel Carza, raggiunge gli abitati di Vaglia e San Piero a Sieve.
Visto il Comunicato stampa del Comitato Carza Viva del 10 Agosto, nel quale si afferma che l’acquedotto di S.Piero a Sieve attinge acqua anche dalla falda del Carza, come dimostrano le due cartine allegate al Comunicato e alla presente interrogazione (mappa dei pozzi e dell’impianto di potabilizzazione) e la stessa realizzazione ancora in corso da parte di Publiacqua con finanziamento di 50.000 Euro da parte della Regione Toscana, di un tubo di ghisa definitivo per il rilancio di acqua dalla galleria di Cardetole nel letto del Carza, così da innalzare la falda sostituendo il tubo provvisorio installato nel 2007, quando fu evidente il disseccamento del torrente Carza e le conseguenze negative sull’acquedotto.
Siamo a chiedere:
Quali provvedimenti del caso il Sindaco voglia adottare a tutela della salute dei cittadini del comune di Scarperia e San Piero e in particolare:
Se e come intenda verificare se i veleni di Paterno possano essere arrivati fino agli abitati del territorio di San Piero e in particolare nella falda del Carza alla quale attingono i pozzi di Publiacqua, nonchè nei pozzi privati anche delle case più isolate;
Quali sono gli elementi chimici che Publiacqua abitualmente ricerca e con quale frequenza, se tale ricerca possa essere esaustiva ad assicurare la qualità dell’acqua potabile, se comprenda le sostanze tossiche già individuate a Paterno e se non si ritenga di estenderla ad ulteriori sostanze chimiche che dovessero risultare presenti nel sito;
Qualora risulti l’effettivo inquinamento del torrente Carza, se si intendano effettuare Screening sanitari su tutta la popolazione che nel territorio di San Piero possa aver utilizzato acque inquinate;
Qualora risulti l’effettivo inquinamento del torrente Carza, se ci sia e ci sia stato rischio ad utilizzare l’acqua del torrente per irrigare gli orti;
Qualora risulti l’effettivo inquinamento del torrente Carza, se ci sia e ci sia stato rischio per la popolazione, soprattutto giovanile, che nel periodo estivo utilizza il torrente in Località Tagliaferro per la balneazione.
Ci auspichiamo che venga fatta al più presto precisa chiarezza sull’intera vicenda.
Siamo stanchi di scoprire come il territorio del Mugello sia stato utilizzato per discariche abusive!
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