Gruppo Rifondazione Comunista Unione Montana dei Comuni del Mugello
Centrale di combustione a Biomasse nel cuore del Mugello? Incredibile ma vero, è stata già autorizzata da mesi a insaputa della cittadinanza e dei Consigli Comunali, alla faccia della trasparenza .
Un’“industria insalubre di prima classe” dove c’erano gli ultimi campi sulla strada tra San Piero e Borgo, è questo che i mugellani , se non si mobilitano, vedranno sorgere nel PIP Petrona, realizzato dalla Pianvallico SPA. Non c’è stato nessun processo partecipativo, nessuna discussione pubblica è stata promossa per decidere se è nell’interesse della nostra terra, l’autorizzazione è stata concessa il 23 giugno ed i termini per i ricorsi sono scaduti. La macchina del silenzio anche questa volta ha funzionato a dovere. Però il delitto perfetto non esiste e una lettera aperta ai giornali locali e on-line del 25 novembre “ Un impianto di combustione a biomasse nel PIP di Petrona?” ha svelato i segreti piani e lanciato l’allarme su ciò che era accaduto.
Ma vediamo meglio cosa ci potrebbe aspettare.
Finta energia rinnovabile, vera bomba ecologica: dietro il rassicurante nome di impianto a biomasse da reperire nel raggio di 70 km, si nasconde un potenziale inceneritore. Il Decreto Ministeriale del 6 Luglio 2012, infatti, prevede che tra ciò che può essere bruciato in un impianto a biomasse c’è veramente di tutto, plastica e gomma, scarti vari di cuoio conciato contenente cromo, pitture e vernici di scarto, rifiuti inorganici , perfino pneumatici fuori uso e, tanto per poterci infilare qualsiasi cosa, “altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti”. I tanto pubblicizzati scarti delle produzioni agricole e forestali del territorio riusciranno a coprire solo una piccola parte del fabbisogno di un impianto di questo tipo, stimato in 14.400 Ton. annue e così nell’atmosfera, sulle case e i luoghi di lavoro nelle vicinanze, sul suolo dal quale ci vantiamo di ricavare prodotti agricoli di alta qualità, finirebbero polveri sottili e ultra sottili, ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici e diossine.
I dettagli dell’operazione: dopo che col 22 Novembre 2013 la gara per l’assegnazione dei lotti del PIP di Petrona realizzati con soldi pubblici dalla Pianvallico SPA è andata per la seconda volta deserta , si sono fatte avanti la società RENOVO SPA e la società figlia RENOVO BIOENERGY SCARPERIA srl che, a trattativa privata e con un ribasso del 12%, hanno sottoscritto nel mese di giugno preliminari e atti d’impegno per acquistare gran parte dell’area PIP . Queste due società private che operano nel settore delle biomasse e biocombustibili intendono realizzare nell’area una centrale termoelettrica a biomasse da 999 Kw e 4 MW termici, che prevedono di sfruttare per un impianto di produzione di pellet. Il profitto previsto per l’imprenditore è notevolissimo, perché l’energia elettrica prodotta da biomasse gode di generosi incentivi governativi il cui costo poi ricade sulle nostre bollette della luce, oltreché sui nostri polmoni. A NOI IL FUMO, a LOR SIGNORI L’ARROSTO.
L’Iter autorizzativo: la società RENOVO BIOENERGY SCARPERIA ha già acquisito il 23 giugno l’Autorizzazione Unica di competenza provinciale necessaria alla realizzazione della sola centrale elettrica , al termine di una Conferenza dei Servizi alla quale è stato presente il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Scarperia e S.Piero e rappresentanti della RENOVO. Da notare che la Conferenza è iniziata in aprile, quindi in periodo di gestione commissariale causa fusione, quando i consiglieri dei due Comuni erano decaduti e non avevano più possibilità di esercitare il normale controllo democratico su quello che succede in Comune, ma si è conclusa il 19 giugno con la nuova Amministrazione già insediata che però non ha dato né in Consiglio Comunale, né in altra sede alcuna informazione sulla conferenza dei servizi e sui preliminari di acquisto già avvenuti.
La mancanza di trasparenza: chi amministra un paese è il primo responsabile della salute pubblica e come tale dovrebbe combattere perché sul suo territorio non possa entrare un’industria di questo tipo; ma se questa può essere una nostra visione, l’azione di insabbiamento della pubblicità di ciò che stava succedendo è innegabile. Niente è uscito dalle stanze di chi ha avuto un ruolo nella vicenda per tutti questi mesi e anche di fronte alle prime richieste rivolte dalla Lista Civica Idea di S. Piero – Scarperia con due interrogazione ufficiali e dai consiglieri di tutte le opposizioni in Unione dei Comuni al presidente della Pianvallico, non è stata fatta parola dell’iter autorizzativo già bello che concluso. E non è la prima volta. Già per l’impianto eolico che era in progetto sul monte Gazzarro, l’allora comune di Scarperia, si distinse per reticenza. Solo la giusta volontà del Sindaco di Barberino Zanieri di discutere in Consiglio Comunale il parere sull’opera e l’opposizione al progetto del Comune di Firenzuola, fecero mobilitare i nostri consiglieri e nascere quel movimento di cittadini al fianco delle associazioni ambientaliste che dopo una lunga battaglia sono riusciti a dimostrare come l’impianto fosse incompatibile con la salvaguardia del nostro ambiente e quindi a bloccarlo.
Ed è per denunciare tutto questo e sventare quest’ulteriore attacco speculativo alla salute dei cittadini che ci stiamo già muovendo, con i nostri circoli in appoggio ai comitati di cittadini e con i nostri gruppi nei comuni e nell’Unione ricercando l’intesa anche con altri consiglieri per chiedere che innanzitutto venga fatta chiarezza su questa vicenda.
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