Gruppo Consiliare Partito della Rifondazione Comunista
Borgo San Lorenzo
Giovedì 10 Maggio in Consiglio Comunale abbiamo presentato come gruppo di Rifondazione Comunista una mozione specifica per la difesa dell’articolo 18 e contro l’attuale proposta di riforma del lavoro. Nell’incontro dei capigruppo precedente al Consiglio Comunale l’evento più eclatante è avvenuto quando la maggioranza ha presentato improvvisamente un ordine del giorno in contrapposizione alla nostra mozione sullo stesso argomento chiedendoci eventualmente di ritirare entrambi i documenti per discuterne in una eventuale commissione. Invece di ritirare la mozione noi ci aspettavamo uno scambio di idee e anche la possibilità del raggiungimento di un documento unitario, in questo modo far capire la solidarietà dei nostri partiti ai lavoratori, però i contenuti presentati dalla maggioranza non erano conciliabili con il senso, e la priorità della difesa dell’articolo 18. La nostra iniziativa è a favore dei lavoratori mentre il loro ordine del giorno dà la sensazione di essere un documento per stare, come si suol dire, con un piede su due staffe, cioè per non disturbare il guidatore di questo governo e contemporaneamente illuderere i lavoratori della loro tutela. Evidentemente alla difesa dell’art. 18 l’attuale maggioranza del comune di Borgo San Lorenzo preferisce appoggiare la politica del governo Monti responsabile solo di tagli, tasse, balzelli vari, impoverimento delle famiglie e aumento del debito dello stato, usando i soldi dei cittadini per arricchire le speculazioni della grande finanza internazionale. La maggioranza chiede attraverso il suo documento efficaci politiche in molti ambiti economico-sociali senza prendere posizione o proporre nello specifico il tipo di politica e di scelte da adottare, ovvero chiedono di lasciare carta bianca al governo Monti. Ciò indica precisamente la volontà di esprimere approvazione su ciò che già stanno facendo senza considerare che l’aggravamento della crisi è causato proprio da queste politiche di rigore. Riguardo all’articolo 18 la maggioranza chiede sì che sia rivista la modifica dell’articolo in questione ma per evitare la sola monetarizzazione del licenziamento, ovvero non sono contrari alla modifica dell’articolo ma sono a favore di un suo indebolimento che ne snatura i valori e l’efficacia. Il Partito della Rifondazione Comunista vorrebbe tutelare tutti i lavoratori estendendo l’art. 18 anche alle imprese con meno di 15 dipendenti, invece la maggioranza in sintonia con il governo Monti si muove per indebolirlo, facilitando i licenziamenti, poiché di fatto il disegno che ne emerge è un disegno organico di ulteriore precarizzazione del mondo del lavoro che coinvolgerà in particolare le fasce dei lavoratori adulti/anziani, in un mix micidiale con la controriforma delle pensioni. Il principio dell’art18 sanciva con una logica elementare, che se un licenziamento viene giudicato illegittimo, il lavoratore ha il diritto ad essere reintegrato nel proprio posto di lavoro. Una volta che il licenziamento era giudicato illegittimo cioè non contava più la motivazione che l’impresa aveva addotto per giustificarlo, ma il giudizio di illegittimità, come logica vorrebbe. Con la “riforma” Monti sostenuto dal PD e dal PDL anche se il licenziamento viene giudicato illegittimo, le motivazioni addotte dall’impresa per giustificarlo continuano a valere e i casi in cui scatta la reintegra diventano quantitativamente residuali; alle imprese viene data la possibilità di scegliere la motivazione che rende più agevole la possibilità di licenziare. La reintegra da regola che era, diventa dunque eccezione, caso “estremo e improbabile” per citare lo stesso Monti. Il nostro gruppo di Rifondazione Comunista attraverso il Consiglio esprime forte delusione verso la posizione tenuta da questa maggioranza che non aiuta certamente i lavoratori.