Lorenzo Verdi
Consigliere provinciale Rifondazione Comunista
Sopralluogo della commissione Edilizia Scolastica agli istituti Chino Chini e Giotto Ulivi di Borgo San Lorenzo: l’assessore Di Fede promette ma non mantiene. Irrisolte tutte le problematiche denunciate dagli studenti. Comportamento inaccettabile, così si scredita il ruolo della Provincia.
Il sopralluogo effettuato questa mattina dalla Commissione Edilizia Scolastica della Provincia –su richiesta del Gruppo Consiliare di Rifondazione- presso gli istituti Giotto Ulivi e Chino Chini di Borgo San Lorenzo ha dato piena conferma dei ritardi e del mancato rispetto degli impegni da parte dell’assessore Di Fede riguardo agli interventi che le due scuole attendono da anni.
Una situazione inaccettabile che conferma il giudizio di inconcludenza e di totale assenza da parte dell’assessore riguardo a problematiche che più volte abbiamo portato in consiglio provinciale e che in più occasioni, con assemblee permanenti, autogestioni e una manifestazione, gli studenti hanno denunciato e sulle quali hanno richiesto interventi.
Inammissibile che su una questione sensibile come quella relativa al mancato completamento delle cosiddette colonne antisismiche Di Fede si sia distinto per la sua assenza, mancando in pieno il suo dovere di informare alunni, docenti e organismi di istituto riguardo alla natura dell’intervento e ai motivi che hanno portato ai ritardi nella sua ultimazione: tardivo, fuori tempo massimo e dettato solo dalle pressioni ricevute, il fugace incontro con gli studenti della settimana scorsa.
Assenza e mancanza di trasparenza emerse in modo evidente già nel corso della seduta della Commissione Consiliare della settimana scorsa –convocata proprio per trattare nello specifico la questione delle colonne antisismiche- dove chiaramente i rappresentanti dei due istituti interessati hanno dichiarato di aver appreso notizie che in tre anni –dal 2009, ovvero dall’approvazione del progetto- nessuno mai gli aveva fornito in modo ufficiale.
Se è vero che l’edificio del Giotto Ulivi risulta essere, in base agli Indici di Vulnerabilità sismica, uno dei più sicuri tra quelli del territorio provinciale è pur vero che l’intervento delle colonne venne deciso a seguito dei sopralluoghi e delle indagini conseguenti all’emanazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio n.3431 del 2005 sulla “valutazione della sicurezza sismica degli edifici” e deciso in base al fatto che tale edificio si colloca in una zona a “elevato rischio”.
Non un “intervento aggiuntivo”, come detto anche di recente dall’assessore, quindi, ma un intervento deciso a fronte del nuovo contesto normativo e delle disposizioni stabilite nei nuovi criteri di valutazione dettati da un’ordinanza del 2005.
I motivi dei ritardi sono stati molteplici, l’ultima sospensione -novembre 2010- è stata richiesta dal Servizio Sismico Regionale per il ricalcolo del sistema di ancoraggio delle colonne e per adeguare l’intervento alle ultime disposizioni dettate dal Decreto del 2008 sulle Normative Tecniche di Costruzione.
Due anni di tempo per il ricalcolo dell’ancoraggio appaiono sinceramente troppi, che in due anni l’assessore non abbia informato i soggetti direttamente interessati sulle ragioni dei ritardi e della sospensione risulta inaccettabile.
Dalle informazioni acquisite risulta che la variazione del progetto sia stata finalmente completata e che sia pronta per essere trasmessa al Genio Civile che dovrà emettere parere. Secondo i tecnici della Provincia entro febbraio l’ancoraggio dovrebbe essere ultimato. L’augurio è che quella sarà la vera data di ultimazione -dopo che quella precedente di settembre 2012 è stata disattesa- di un progetto, non spiegato, non seguito e sul quale troppi passaggi sono stati dati colpevolmente per scontati a fronte di preoccupazioni, e svariate interpretazioni, rese legittime dalla mancanza di un’interlocuzione adeguata.
Sul costo dell’intervento, che dovrebbe essere di 830 mila euro a fronte dei 1,1 milioni preventivati, credo che vadano evitate strumentalizzazioni: la sicurezza o l’incremento della sicurezza degli studenti e dei docenti non ha prezzo. I soldi spesi in questo ambito sono sempre ben spesi soprattutto se si pensa che essi potrebbero servire (ci auguriamo che ciò mai accada) a evitare tragedie inestimabili.
Nel frattempo la situazione del Chino Chini rimane emblematica dell’inconcludenza e dell’inattendibilità dello stesso assessore. Interventi richiesti da più di un anno dagli studenti risultano ancora incompiuti. Cosa ancor più grave risulta il fatto che gli impegni assunti nella risposta alla nostra ultima interrogazione sono rimasti solo sulla carta. Di Fede aveva assicurato che dal 27 novembre sarebbero partiti i lavori per la sistemazione del piazzale dell’istituto, che sarebbero state rimosse le reti di cantiere e con esse i materiali di risulta dei lavori. Niente di tutto questo ha trovato attuazione e l’esterno della scuola si trova ancora in condizioni degradate e inaccettabili.
Il degrado, poi, caratterizza la situazione dei prefabbricati, con infiltrazioni d’acqua dai soffitti, logoramento delle rivestiture in cartongesso e la presenza di ratti, denunciata dagli studenti soprattutto nelle ore serali. Una situazione che si sarebbe potuta evitare se fosse stata compiuta una manutenzione seria degli ambienti e che sarebbe ad oggi facilmente recuperabile con interventi dai costi limitati, anche sugli infissi e su molte porte delle aule.
Numerose le problematicità legate alla mancanza di spazi all’interno dell’istituto: manca il laboratorio ludico, manca un vero spogliatoio per l’alberghiero, così come mancano spazi adeguati e decorosi per alcune classi.
Un discorso a parte merita la questione della palestra. Sulla realizzazione del nuovo impianto gli impegni presi sono stati pienamente disattesi: richiamando i vincoli del patto di stabilità e i tagli operati dal governo (quello stesso governo che il partito dell’assessore sostiene a livello nazionale) Di Fede si dichiara impossibilitato alla realizzazione di un progetto già pronto continuando a costringere gli studenti del Chini ad inaccettabili pellegrinaggi per svolgere Educazione Fisica sminuendo la questione e dichiarando –nella risposta in Consiglio alla nostra interrogazione- che “la palestra è a poche centinaia di metri dalla scuola, in strutture in ottime condizioni e in grado di fornire questo servizio”.
Con i membri della commissione abbiamo compiuto il tragitto cui gli studenti sono costretti per raggiungere la tensostruttura situata nei pressi delle piscine di Borgo San Lorenzo. 600 metri di andata e altrettanti per il ritorno con un percorso che limita i tempi di svolgimento delle lezioni di educazione fisica e espone i ragazzi alle intemperie per raggiungere una struttura –per la quale la Provincia di Firenze paga 18 mila euro di affitto all’anno- decisamente inadeguata, con problematiche legate al riscaldamento e all’illuminazione e non in grado di rispondere alle necessità di una scuola che conta quasi 1000 studenti.
Il sopralluogo effettuato ha evidenziato tutta la fondatezza delle proteste messe in atto dagli studenti dei due istituti di Borgo San Lorenzo, la colpevole assenza della Provincia su questioni che debbono trovare risposte adeguate. L’assessore Di Fede non può continuare a trattare la questione come cosa marginale né, tantomeno, a dare risposte evasive e fuorvianti. Esigiamo che gli impegni assunti vengano immediatamente rispettati e che subito prendano avvio i lavori di manutenzione e di risistemazione promessi nel pieno rispetto degli studenti e dei loro diritti. Nel corso della prossima settimana mi recherò nuovamente di persona nel plesso scolastico per controllare se almeno i primi interventi abbiano preso avvio.