LiberaMente a sinistra – gruppo consiliare di Scarperia e San Piero
Circoli del Mugello del Partito della Rifondazione Comunista
Ecco qua. Siamo dunque arrivati alla resa dei conti. E’ caduta alla fine la spada di Damocle di 10 milioni e mezzo di euro, oltre interessi , di indennizzi per il ricorso Corsini che pendeva per una sentenza della Corte d’appello del 2009 sul comune di San Piero e in minima parte di Scarperia prima, e poi sul comune di Scarperia e San Piero nato dalla fusione del 2013..Una spada di Damocle che rappresentava un rischio voluto, sul quale il gruppo consiliare “LiberaMente a sinistra” di Scarperia e San Piero aveva ripetutamente e insistentemente messo sull’avviso e in allarme, come potete leggere anche dall’apposito capitolo del suo programma elettorale 2019 dal titolo “Un buco nero minaccia il Bilancio del Comune di Scarperia e San Piero?” (clicca qui) (che può dare un contributo a ricostruire tutta la vicenda e a farsi un’idea più chiara, in assenza di un’azione informativa rivolta ai cittadini da parte dell’Amministrazione Comunale), , ma prima ancora nella campagna per il no al referendum per la fusione e con la richiesta ufficiale alla Regione Toscana di sospendere l’approvazione della legge istitutiva del Comune Unico finchè non fosse conosciuto l’esito del ricorso in Cassazione.
Un rischio che ha origine dalla improvvida decisione di espropriare la vasta area di Pianvallico per una inesistente motivazione di pubblica utilità a prezzo di terreno agricolo, avendo già in programma di destinarla alla realizzazione di un’area industriale e commerciale, non mettendo in conto che prevedibilmente l’espropriato avrebbe fatto causa per avere l’indennizzo per la differenza di valore. Errore gravissimo generato dalla frenesia di immergersi in un’avventura che avrebbe trascinato l’Ente pubblico in una commistione tra interesse collettivo e interessi privati imprenditoriali, errore che poi nel tempo si è perpetuato a causa della caparbia resistenza ad accogliere la sentenza che imponeva di estinguere il debito nei confronti degli espropriati che avevano fatto ricorso. Un aspetto ben evidenziato nel programma di LiberaMente a sinistra, è il fatto che a prescindere dall’accertamento dell’operato della Partecipata Pianvallico nella causa Corsini, si ritiene necessario che l’Amministrazione del Comune di Scarperia e San Piero, che rischia di rimanere l’unico socio (vista la deliberata volontà di cessione delle quote del comune di Borgo San Lorenzo e dell’ Unione dei Comuni del Mugello) provveda senza indugi al suo scioglimento e alla sua chiusura, come ripetutamente chiesto anche dal gruppo PRC in Unione dei Comuni, a meno che non si riesca a trovarne una “finalità” davvero utile al territorio.
Infatti questa Partecipata che svolge attività immobiliari private, come evidenziato negli anni dalle minoranze consiliari dei due Comuni Scarperia e S.Piero non ha proprio più diritto di esistere almeno dal 2006 in base alla L.223/2006 art.13 che vieta alle partecipate dal pubblico di svolgere attività di mercato, ribadito dalla Legge 24.12.2007 n.244 (finanziaria 2008) art.3, che ha stabilito che la partecipazione dei Comuni è possibile solo in caso di società che erogano servizi pubblici (es. acqua) o beni e servizi strettamente necessari al compimento dei doveri istituzionali dei Comuni, perché l’Ente locale non deve fare investimenti di soldi pubblici in attività tipiche dell’imprenditoria privata, caratterizzata da finalità di profitto e dai conseguenti rischi di impresa.
E ora che dopo l’annosa odissea tra ricorsi e controricorsi è arrivata il 9 dicembre la sentenza definitiva della Corte d’Appello, non si può tollerare che non emergano le responsabilità personali di chi ha determinato all’origine la situazione incresciosa in cui si trova ora il Comune di Scarperia e San Piero e le pesanti conseguenze che ricadranno sui cittadini e le responsabilità di chi negli anni ha provveduto a tenerla quasi occultata, come chi evita di parlare di un brutto male che l’affligge, finché il malaccio non esplode in tutta la sua gravità.
E non si può accettare che l’Amministrazione Comunale possa tardare tanto a mettere al corrente i cittadini e il Consiglio Comunale della situazione, di come ci si è arrivati e di come si pensa di uscirne fuori.
E di rendere conto di come mai si sia ostentato orgoglio per aver approvato prima della fine dell’anno il Bilancio consuntivo 2019 e il bilancio preventivo 2020 , un bilancio in cui stranamente spiccano consistenti tagli a quasi tutte le voci di spesa, segno che gli amministratori erano già a conoscenza dell’enorme debito che si dovrà inevitabilmente saldare, e pur sapendolo non ne hanno fatto parola nelle relazioni di presentazione dei Bilanci, né hanno spiegato come si intende far fronte al saldo del debito, né informato i Consiglieri Comunali dell’opposizione che solo il 3 febbraio hanno ottenuto dal Comune il testo della sentenza. C’è da chiedersi se tale Bilancio non sia da considerare solo formalmente in pareggio, in quanto non compare tra le voci di spesa tale mastodontico debito, e non figura neanche la copertura finanziaria per farvi fronte.
L’Amministrazione deve spiegare ora se si pensa di rivalersi sul vecchio socio privato della società Pianvallico, che era allora una SPA, e dato che nel Bando di gara per la scelta del socio privato tra i requisiti per la partecipazione risulta espressamente stabilito l’impegno, in caso di aggiudicazione, ad accollarsi interamente il costo di acquisizione delle aree del P.I.P. di Pianvallico e ogni altro onere a tale acquisto connesso, compresi gli importi complessivi finali risultanti da contenziosi sulle procedure di acquisto delle aree, da coprirsi tramite aumento di capitale della società, ad integrale carico del socio privato, come pure del fatto che prima che CEPA fosse in via di fallimento la sentenza dell Corte d’appello 1343/08 era già stata emessa.
Dovrà inoltre spiegare se si pensa di rivalersi sui soggetti direttamente interessati, ovvero gli acquirenti dei lotti, così come era esplicitato nell’opuscolo dei due Comuni di Scarperia e San Piero diffuso durante la campagna per la fusione .
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