Sandra Alleva e Natalia Marcuzzi
Gruppo Consiliare PRC San Piero a Sieve
Dovremmo essere felici come gruppo di Rifondazione Comunista del Comune di S.Piero che finalmente approdi in Consiglio Comunale la variante al Regolamento urbanistico per l’area dell’ex scuola materna di Tagliaferro, col proposito di realizzare i dieci alloggi di edilizia economica e popolare con il nuovo finanziamento richiesto alla Regione Toscana, dopo il clamoroso rifiuto del Dicembre scorso del finanziamento già concesso precedentemente, in quanto questo risultato rappresenta esattamente ciò per cui ci siamo battute per mesi, insieme a tanta parte della popolazione e dell’opinione pubblica.
E allora cosa c’è che non va ? Certo, non possiamo essere felici se pensiamo che in base alla tempistica del finanziamento rifiutato, con un normale impegno dell’Amministrazione, le 10 case popolari, l’ambulatorio etc. potevano già essere in costruzione, anzi dovevano iniziare i lavori entro il mese di Novembre e che la fine dell’incubo sfratto per 10 famiglie del nostro paese poteva essere molto vicina. Ma non è solo per questo pensiero: nella delibera che ci viene proposta è prevista oltre alla destinazione d’uso a edilizia economica e popolare anche la destinazione residenziale, cioè edilizia privata e poi anche edilizia sociale ( che per altro in Commissione Consiliare non ci hanno saputo spiegare che cosa si intenda con tale dizione).
A questo punto della vicenda, visto che la Regione Toscana, a fronte dell’impegno del Comune di S.Piero a non alienare l’area, ha mantenuto la promessa di finanziare nuovamente per la propria parte la costruzione dei 10 alloggi ed ha inoltrato la richiesta al Ministero per la quota statale, ci saremmo aspettate che nella variante ci fosse solo la destinazione ad edilizia economica e popolare.
Della sincerità del nostro Sindaco circa il proposito di riottenere i 10 alloggi ci sentiamo sicure e continuiamo a ritenere che abbia dato un bell’esempio di sensibilità democratica e di umanità ascoltando la popolazione e tornando sui suoi passi, anche a costo di una lacerazione interna alla Giunta, com’è stato, con la dimissioni dell’Assessore alla casa. Ma il fatto è che la validità del Regolamento Urbanistico, e quindi della variante, così come ci viene proposta, va oltre la scadenza del mandato del Sindaco e se per qualsiasi motivo non fosse stato possibile alla corrente Amministrazione completare l’iter per il finanziamento ed edificare i 10 alloggi, l’Amministrazione subentrante potrebbe tranquillamente alienare l’area per edilizia privata, essendo tale destinazione d’uso prevista nel R.U.
Il patrimonio pubblico deve restare pubblico perché la gente per vivere ne avrà sempre più un disperato bisogno e la casa è un diritto umano fondamentale.
Per testimoniare questa verità il Gruppo Rifondazione Comunista esprime un voto di astensione su questa prima tappa in Consiglio della variante urbanistica di Tagliaferro, fermo restando che sarà ben felice di esprimere voto favorevole nella fase conclusiva dell’iter, qualora fosse a quel momento confermata con assoluta certezza l’assegnazione del nuovo finanziamento e l’inizio della costruzione delle 10 case.