Monica Sgherri, consigliera regionale toscana gruppo FDS-Verdi
Referendum su fusione comuni di San Piero a Sieve e Scarperia. Interrogazione di Monica Sgherri
Sgherri: “Necessaria informazione completa ai cittadini, anche sulla vicenda Pianvallico e sulle sue conseguenze”
Firenze, 30 settembre. Ci vuole un informazione completa ai cittadini, quindi anche in merito consistenza economica della sentenza della Corte d’Appello di Firenze che ha condannato il Comune di S.Piero a Sieve a corrispondere a privati quasi 13 milioni di euro per l’esproprio per la realizzazione del P.I.P. di Pianvallico che , se confermata dalla Cassazione, ricadrebbe con ogni probabilità sul Comune Unico, nonché chiarire cosa si intenda per “soggetti direttamente interessati” sui quali il Comune dovrebbe fare rivalsa. Tutto ciò perché i cittadini possano farsi un’ opinione completa e compiuta al fine di esprimere con piena consapevolezza la loro preferenza in merito alla realizzazione del Comune unico in questione in occasione del referendum del prossimo sei e sette ottobre.” Così Monica Sgherri – Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale spiega la ratio di fondo dell’interrogazione presentata oggi alla Giunta Regionale.
Informazione completa – prosegue Sgherri – in vista del prossimo referendum sulla costituzione del Comune unico che li unirebbe. Completa significa che vengano debitamente informati anche del consistente ammontare di quanto si troverebbe probabilmente a pagare il nuovo soggetto unico se venisse confermata dalla Corte di Cassazione la sentenza della Corte d’Appello di Firenze n.1343/2008 che ha condannato il Comune di S.Piero a Sieve a corrispondere a privati quasi 13 milioni di euro per l’esproprio per la realizzazione del P.I.P. di Pianvallico . Si tratta di una cifra talmente consistente che annullerebbe con ogni probabilità tutti i vantaggi economici derivanti dagli incentivi alla fusione dei due comuni e che però non è riportata – a quanto risulta – nel materiale informativo che le Amministrazioni Comunali hanno inviato ai cittadini coinvolti dal referendum. Né è stato specificato cosa si intenda per “soggetti direttamente interessati” sui quali il Comune dovrebbe fare rivalsa e quindi le reali prospettive della stessa.
La Regione – che è soggetto il quale dovrà ratificare l’esito del referendum – agisca, conclude Sgherri – per contribuire a sanare questo vulnus di informazione, così che i cittadini medesimi possano avere una informazione tale da metterli in condizione di scegliere in sede di referendum sul Comune unico del prossimo ottobre con il quadro completo, e quindi in piena consapevolezza della situazione.
Qua di seguito pubblichiamo l’interrogazione urgente presentata in consiglio regionale in data 30 settembre dal gruppo FDS-Verdi:
Al Presidente del
Consiglio Regionale Toscano
SEDE
Oggetto: Interrogazione scritta in merito “alle vicende legate alla fusione dei Comuni di San Piero a Sieve e Scarperia”
Ricordato
Che il prossimo 6 e 7 ottobre si terrà il referendum consultivo per l’istituzione del nuovo Comune Scarperia -S. Piero, indetto con Decreto del Presidente della Giunta Regionale Toscana n.94 del 28 maggio 2013
Che la fusione comporterà – a quanto consta – benefici economici per i due Comuni quali esenzione per 3 anni dal patto di stabilità e incentivi dallo Stato e dalla Regione per complessivi 7 milioni e mezzo di Euro in 10 anni a cominciare dal prossimo anno
Che la Regione Toscana dovrà svolgere procedura di ratifica dell’esito del referendum in questione
Ricordato altresì
Che – a quanto consta – il Comune di San Piero a Sieve è stato condannato dalla Corte d’Appello di Firenze con sentenza n.1343/2008 notificata nel marzo 2009, alla corresponsione a privati di quasi tredici milioni di euro inclusi spese e interessi in merito ad un esproprio di terreni in località Pianvallico per la realizzazione di un Piano per insediamenti produttivi (PIP) ;
Che il Comune di San Piero a Sieve è ricorso presso la Corte di Cassazione contro la condanna della Corte d’Appello di Firenze e ad oggi non si è giunti a sentenza da parte di questo grado di giudizio
Sottolineato
Che a quanto consta nell’opuscolo informativo elaborato dalle due Amministrazioni Comunali interessate e fatto pervenire a casa alla popolazione , in merito all’opportunità di addivenire alla fusione dei due Comuni, nella sezione riguardante la vicenda Pianvallico:
non viene inserito l’ammontare economico– quasi tredici milioni di euro con spese e interessi- della condanna della Corte d’Appello di Firenze nei confronti del Comune di S.Piero a Sieve;
viene scritto che al momento le strade che si possono prospettare sono due:
1- In caso di sconfitta in Cassazione , “il Comune di San Piero sarebbe destinatario della sentenza e quindi costretto a seguire la procedura di legge per il pagamento e di conseguenza a rivalersi sui soggetti direttamente interessati”
2-La Corte di Cassazione, pur confermando la sentenza della Corte d’Appello a favore dei proprietari, non ritenendo congruo il valore venale attribuito ai terreni oggetto di esproprio, potrebbe far ripetere la CTU_
Che, in merito allo scenario di cui al punto 1 non si specifica cosa s’intenda con la dizione “i soggetti direttamente interessati” su cui il Comune di S.Piero dovrebbe rivalersi: a regola dovrebbe essere la partecipata Pianvallico S.p.A.(cui il Comune di S.Piero aveva assegnato con apposita convenzione i terreni espropriati per la realizzazione del PIP sopra ricordato), e più precisamente il socio privato al 49,5% di quest’ultima che (scelto attraverso un bando ad evidenza pubblica) aveva sottoscritto l’impegno ivi previsto di accollarsi interamente il costo di acquisizione delle aree del P.I.P compresi aumenti conseguenti a contenziosi, come poi avvenuto nel caso in questione
Che, con tale dizione di “ soggetti direttamente interessati” potrebbero intendersi anche i singoli privati e imprese acquirenti finali delle aree del PIP, stante che negli atti di vendita da essi sottoscritti con la Società Pianvallico, il prezzo era stabilito con la clausola del salvo conguaglio, potendosi così configurare un meccanismo di rivalsa a cascata Comune-Società Pianvallico- privati acquirenti finali
Che la Società Pianvallico, notiziata della sentenza della Corte d’Appello di Firenze, ha fatto ricorso anch’essa in Cassazione facendo valere per la legittimazione il titolo di successione particolare nel diritto, gravando su di essa l’onere dell’acquisizione delle aree, inclusi aumenti conseguenti a contenziosi;
Evidenziato
Che risulterebbe che attualmente la società in questione sia in forte difficoltà di funzionamento, mentre il socio privato avrebbe attivato la procedura di fallimento per quanto riguarda se stesso.
Considerato quindi
Che se stessero effettivamente così le cose in merito alla società Pianvallico S.p.A. sarebbe certamente di difficile attuazione la rivalsa del Comune di San Piero a Sieve per il pagamento delle ingenti somme relative all’eventuale condanna da parte della Cassazione, e di conseguenza forti le probabilità di doversi accollare direttamente il pagamento del contenzioso una volta questo fosse giunto appunto a sentenza avversa.
Che, in caso di condanna da parte della Cassazione, in capo al Comune unico (quindi sia il Comune attualmente in giudizio per la vicenda Pianvallico – San Piero a Sieve – ma anche il Comune di Scarperia) vi è il forte rischio che vada a gravare una somma da corrispondere di quasi tredici milioni di euro che annullerebbe completamente i vantaggi di natura economica derivanti dalla fusione proposta a referendum.
Che sia da ritenere quindi assolutamente necessario che ai cittadini dei due Comuni – quindi anche i cittadini di Scarperia (Comune non coinvolto finora dalla sentenza della Corte d’Appello, nell’eventuale corresponsione delle somme sopra ricordate) debba essere data adeguata informazione in merito alla vicenda Pianvallico: in particolare sull’effettivo ammontare della sentenza della Corte D’Appello di Firenze che il nuovo soggetto comunale unico si troverebbe con ogni probabilità a dover corrispondere in caso di condanna in Cassazione del Comune di San Piero a Sieve: condanna che annullerebbe con ogni probabilità i vantaggi di natura economica derivanti dalla fusione dei due Comuni. Adeguata informazione perché possano quindi farsi un opinione completa e compiuta al fine di esprimere con piena consapevolezza la loro preferenza in merito alla realizzazione del Comune unico in questione in occasione del referendum del prossimo sei e sette ottobre
Che debba essere esplicitato ai cittadini dei due Comuni cosa si intenda per i“soggetti direttamente interessati” sui quali il Comune di S.Piero dovrebbe effettuare la rivalsa, se la Società Pianvallico o anche i singoli privati acquirenti finali delle aree del PIP, stante che negli atti di vendita da essi sottoscritti con la Società Pianvallico, il prezzo era stabilito salvo conguaglio, e se si possa così configurare un meccanismo di rivalsa a cascata Comune-Società Pianvallico- privati acquirenti finali
Sono ad interrogare la Giunta Regionale
Per sapere:
se non ritiene, tanto più trattandosi la Regione Toscana di ente che dovrà ratificare l’esito del referendum sul comune unico Scarperia-San Piero, che debba essere data opportuna e completa informazione ai cittadini interessati – in vista del referendum in questione – anche in merito alla consistenza economica della Sentenza della Corte d’Appello e quindi di eventuali esborsi che graverebbero – con le conseguenza sopra ricordate – con forte probabilità sulle casse del nuovo comune unico in caso di condanna in Cassazione del Comune di San Piero a Sieve, nonchè chiara informazione su cosa si intenda per “soggetti direttamente interessati” su cui il Comune di S.Piero dovrebbe fare rivalsa
Che azioni intenda mettere in atto, nei confronti dei due Comuni e della popolazione, al fine di contribuire a sanare questo vulnus informativo in tempo utile per lo svolgimento del referendum fissato per il 6-7 ottobre
Che informazioni abbia in merito alla vicenda in questione e se sia stato richiesto alla Regione Toscana– dai Comuni interessati – un intervento sotto qualsiasi forma in merito agli eventuali esiti della vicenda del contenzioso legale oggetto della presente
La Consigliera
Monica Sgherri