Circolo PRC Borgo San Lorenzo
Negli ultimi giorni abbiamo ascoltato con preoccupazione le dichiarazioni di alcuni membri dell’amministrazione borghigiana riguardo alla vicenda del cantiere comunale. L’assessore alle Risorse Claudio Boni, ospite a un programma televisivo, ha commentato l’accaduto accusando i lavoratori indagati di “non percepire il privilegio di essere dipendente pubblici”, mentre il sindaco Omoboni si è affrettato a mettere in guardia la cittadinanza di fronte ai futuri disservizi dovuti alla mancanza di personale in seguito alla sospensione dei dieci dipendenti.
Non è compito nostro entrare nel merito delle indagini, indagini che, ad ogni buon conto, non sono state ancora chiuse, e non guasterebbe che questo venisse ricordato più spesso, specie a certe testate giornalistiche smaniose di sbattere lo scoop in prima in cerca di facili commenti, anche quando ad essere messi alla berlina sono lavoratori le cui imputazioni non sono ancora state chiarite.
Ciò che ci preoccupa adesso non è tanto pretendere chiarezza sulle responsabilità dei livelli dirigenziali e dell’amministrazione in primis, che avrebbero dovuto vigilare e gestire le modalità di lavoro nel migliore dei modi, quanto piuttosto l’atteggiamento della giunta borghigiana in tutta questa faccenda, e le conseguenze nel breve e lungo periodo sul nostro comune.
Le dichiarazioni recenti puntano chiaramente a screditare l’operato dei dipendenti comunali: Boni parla addirittura di “privilegio di essere dipendente pubblico”. Frasi che puzzano di minaccia per un intero settore sotto attacco da anni. Dietro queste parole vi è una politica che criminalizza il lavoro pubblico, che con la scusa dei fannulloni e il mantra dell’efficienza, promuove le esternalizzazioni e le privatizzazioni. Una politica che collega con un filo rosso la legge Brunetta firmata dal Centrodestra e la riforma Madia del Governo Renzi, ancora una volta a dimostrazione di quella comunanza ideologica e di intenti fra Centrodestra e Centrosinistra (PD comprese le recenti aggregazioni degli “ex” che hanno votato tutte le leggi dei governi Renzi e Gentiloni).
E infatti sia Omoboni che l’assessore alle risorse corrono a mettere le mani avanti: in caso di emergenza saremo costretti ad appaltare a ditte private!
Il rischio sta in quel passaggio cui troppe volte abbiamo assistito in questi anni da stato emergenziale a stato permanente, in questo caso in un ulteriore taglio del personale pubblico. Ancora una volta assisteremo alla consegna dei servizi pubblici essenziali, come già per i rifiuti, la gestione dell’acqua, le mense, e tutto il terzo settore (assistenza anziani, disabili, ecc.), nelle mani di privati per mezzo di quella legge tirannica che è l’appalto a ribasso, dove, come sappiamo bene, il ribasso si fa sottopagando i lavoratori e costringendoli a turni e modalità di lavoro che compromettono loro malgrado la qualità del servizio.
Questa giunta non ha alcun interesse a tutelare quei lavoratori – e parliamo in generale – che finora hanno mandato avanti la macchina comunale, spesso sotto organico e con la minaccia costante delle esternalizzazioni.
Deve essere chiaro che questo episodio non deve rappresentare l’alibi per una nuova ondata di quelle privatizzazioni che portano solo precarizzazione e sfruttamento.
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