Andrea Calò e Lorenzo Verdi
Consiglieri provinciali PRC Provincia di Firenze
Ieri in Consiglio Provinciale di Firenze “il Pd ha respinto la richiesta di moratoria approvando senza alcun indugio il Piano Interprovinciale di Gestione dei Rifiuti – dichiarano il capogruppo di Rifondazione comunista Andrea Calò e il consigliere Lorenzo Verdi – Per il Pd avanti tutta con il duopolio ‘inceneritori & discariche’”. Netta, dunque, l’opposizione di Rifondazione comunista. Ora la lotta “si sposta sui territori per rilanciare modalità di gestione alternative all’incenerimento e ripartire dalla strategia Rifiuti Zero“.
“Il consiglio provinciale di Firenze ha approvato il Piano Interprovinciale di Gestione dei Rifiuti delle Provincie Firenze, Pistoia, Prato, (Ato Toscana centro) che prevede la quintuplicazione degli inceneritori e la realizzazione di nuove discariche. 370 milioni di euro previsti per i soli impianti che la normativa europea ritiene già superati.
Il piano inceneritorista, a cui Rifondazione Comunista ha votato contro, manda in frantumi la maggioranza della Giunta Barducci che perde il sostegno di Sel e Idv. Uno smaltimento dei rifiuti così improntato avrà conseguenze dirette, in termini di salute e ambiente sui territori. Questa modalità, secondo noi scellerata, si intreccia fortemente con il tema dell’indebitamento pubblico e del lavoro.
Il piano interprovinciale dei rifiuti è stato elaborato ignorando e violando: le direttive comunitarie, che relegano all’ultimo posto gli interventi per lo smaltimento e pongono al primo punto il tema della prevenzione del riutilizzo, riciclo e recupero ponendo come finalità la protezione della salute umana e dell’ambiente; l’evoluzione dei decreti che impongono il raggiungimento della percentuale minima di raccolta differenziata fissata al 65% entro il 31 dicembre 2012.
Un Piano superato dai fatti, impostato su linee guida regionali che risalgono al 1998. Tutti gli impianti sono stati individuati attraverso una pianificazione dei vecchi piani industriali e senza studi per localizzarne i siti: impianti sbagliati nei luoghi sbagliati.
E’ necessario quindi fare il punto della situazione per evidenziare come la scelta approvare questo Piano dei Rifiuti, producano effetti contrari, anche economici, per i cittadini e per il territorio.
Tutte le zone della provincia di Firenze gestite da Publiambiente Spa, Quadrifoglio SpA e Aer Spa risentono delle buone o cattive scelte fatte dalle amministrazioni locali che, in alcuni casi come nell’Empolese-Valdelsa, con la raccolta porta a porta hanno raggiunto percentuali di differenziata anche del 90%, mentre in altre aree, come il Mugello, senza buone pratiche i livelli si sono attestati su percentuali, 36,8%, ben lontane dai limiti minimi fissati per legge. Preoccupante la situazione del Valdarno Fiorentino dove nessuno dei quattro comuni raggiunge il 50%. Nel Chianti Fiorentino analoga situazione e solo Tavarnelle arriva al 53%.
Tali dati mettono in luce il fatto che il Piano presentato sceglie, in modo completamente erroneo, di investire sull’incenerimento cifre spropositate tralasciando in pieno ciò che sarebbe davvero prioritario, ovvero il perseguimento delle percentuali fissate per legge sulla riduzione e sulla differenziazione dei rifiuti.
Il Piano Interprovinciale dei rifiuti è stato improntato nella massima combustione rifiutando tutte le osservazioni presentate e i piani alternativi improntati sul principio di risparmio di materia e sulla combustione zero. Ignorata anche la ragionevole richiesta della moratoria. Una moratoria che rimandi al 2015 la decisione sugli impianti, perseguendo prima pratiche di riduzione e differenziazione tali da consentire una stima realmente attendibile sulle quantità di rifiuti e residui e sulle reali necessità, assumendo da subito come indirizzo il protocollo “rifiuti zero” già sottoscritto da molti comuni.
Ignorata la richiesta, avanzata dai sindaci dei comuni del Valdarno e dalla Provincia di Arezzo, di stralcio dalla discarica di Le Borra dal PIR in base a rilevazioni di carattere tecnico e formale sulla base della non idoneità del sito; Rifondazione Comunista contraria a questo Piano, continuerà la propria azione di costruzione di un percorso unitario con quei soggetti sociali, politici e ambientali che fino ad oggi con noi si sono battuti per un sistema alternativo, per la salvaguardia della salute, dell’ambiente, dell’occupazione.
Per noi l’obiettivo rimane quello dettato dalla strategia “rifiuti zero” che, partendo dalle azioni di riduzione, riciclaggio e riutilizzo, punta ad un sistema di gestione basato sul netto rifiuto dell’incenerimento, ed un futuro migliore per i cittadini e per il nostro territorio”.