Tatiana Bertini, Gruppo PRC Comune di Scarperia
Con questa interrogazione vogliamo assicurare che nel nostro comune non avvenga una devastazione ambientale dovuta al riporto di materiale inquinato o comunque inidoneo alle caratteristiche del terreno agricolo.
Intendiamo preservare il nostro territorio dal punto di vista dell’inquinamento, del paesaggio, del rischio idrogeologico, della fertilità.
Premesso che:
Viste le notizie comparse sulla stampa nelle ultime settimane relative all’inchiesta sui lavori per la realizzazione dell’ alta velocità ferroviaria a Firenze e in particolare sull’articolo del Corriere Fiorentino del 20.01.2013 dal titolo “ Tunnel, i fanghi con la cresta, soldi in nero per ogni tonnellata” (allegato1) che recita:
“La «cresta» sui fanghi smaltiti in maniera illecita. Accadeva anche questo nella realizzazione del tunnel fiorentino della Tav, almeno secondo la Procura. E il viaggio per smaltire i presunti rifiuti pericolosi era breve. I fanghi di perforazione del tunnel del nodo ferroviario dell’Alta Velocità venivano infatti stipati sui camion per raggiungere Scarperia e Altopascio, tanto per citare alcune discariche, come se fossero innocue terre e rocce destinate all’agricoltura. In realtà, secondo i pm
quei fanghi erano contaminati dalla bentonite e smaltiti, come se nulla fosse, in siti non adatti ad accoglierli. Con questo metodo dal 2011 sono «sparite» qualcosa come 85 mila tonnellate di fanghi…”
Sempre secondo la Procura fiorentina a Scarperia in località Campati sono state portate 66.523 tonnellate di terre e fanghi di perforazione del Tunnel, contaminati dalla bentonite, determinando il provvedimento di sequestro giudiziario avvenuto nel 2010;
Viste le dichiarazioni uscite sui giornali locali nelle scorse settimane (vedi ad esempio “il galletto” di Sabato 2 Febbraio 2013) riguardo alle terre di riporto in località Campati;
Vista la risposta data dall’Assessore Provinciale all’Ambiente, competente in materia di rifiuti e bonifiche, in data 31.01. 2013 alla domanda di attualità dei Consiglieri PRC Verdi e Calò su Tav e terre di scavo in località Campati a Scarperia (allegato 2), dove viene ricostruita la vicenda che ha portato al sequestro dell’area, ovvero:
il permesso a costruire n. 2006/164 del 05.02.08 rilasciato dal Comune di Scarperia all’Azienda Agricola La Ghiandaia per il rimodellamento di una superficie agricola, con lo scopo di renderla meno declive, aumentandone lo strato arabile e di conseguenza la produttività;
la successiva iscrizione il 30.01.2009 della Ditta Rappuoli Roberto, responsabile dei lavori, nell’apposito registro per attività di recupero terre e rocce da scavo da svolgersi in località Campati;
i controlli effettuati da ARPAT su richiesta della Provincia del 09.11.2010 da cui è emersa la non compatibiltà ambientale delle terre di scavo riportate con il sito di destinazione;
la notifica in data 15.02.2011 all’Ufficio Prov.le Rifiuti e bonifiche del decreto di convalida e sequestro preventivo di Campati da parte del Tribunale di Firenze per difformità del materiale conferito rispetto a quanto previsto;
la diffida da parte dell’Uff. Prov.le Rifiuti alla Ditta Rappuoli con atto n.873 del 08.03.2011 alla ripresa dell’attività in quanto non ha ottemperato alle prescrizioni di:
a)trasmissione quantitativo totale dei rifiuti per la formazione del rilevato;
b)presentazione documento contenente stima dei rifiuti costituiti da fanghi di bentonite;
c)completo allontanamento del materiale difforme;
L’Assessore altresì conferma che a quanto consta ai propri Uffici l’area risulta tutt’ora sottoposta a sequestro giudiziario
Rilevato che, da una ricognizione effettuata dalla sottoscritta interrogante presso l’Ufficio Tecnico per approfondire la vicenda di Campati, è emerso che oltre alla concessione edilizia 2006/164 del 05.02.08, il cui fascicolo risulta peraltro non consultabile in quanto non restituito dal Tribunale (come pure il fascicolo relativo alla concessione n.220/2010 relativa al sito di Marticcioli) sono stati concessi nell’anno 2010, in base alla legge Regionale N° 1 del 3 Gennaio 2005, numerosi permessi per lavori di ripristino ambientale nei terreni dell’Azienda Agricola Casabianca, nella frazione di S.Agata. Le concessioni in oggetto sono la n° 215, 217, 218, 220, 221, 222, tutte del 2010, e tutte con lo stesso scopo: “bonifica, miglioramento fondiario e stabilizzazione del territorio, tramite il riporto di terre e rocce provenienti da cantieri esterni non pericolosi (terreni e rocce da scavo) ai sensi del del D.Lgs. 152/06, per “rendere più fertile e coltivabile il territorio”.
Rilevato inoltre che dalla stessa ricerca è emerso un documento della Provincia a firma P.O. Gestione Rifiuti e Bonifica siti inquinati del 15.11.2010, prot. 0455946/2010, inviato al Comune di Scarperia (con Prot. N 12744 del 18 Novembre 2010) e alla Comunità Montana M.llo, nel quale si comunica che la Ditta Ecogest srl ha presentato alla P.O. comunicazione di inizio attività recupero rifiuti non pericolosi, ex art. 216 D.lgs.152/06 finalizzata alla realizzazione del progetto di ripristino ambientale, consistente nel miglioramento fondiario con consolidamento e stabilizzazione del versante tramite riporto di terre e rocce da scavo (punto 7.31 bis D.M. 05.02.98 e s.m.i.) provenienti da cantieri esterni, per diminuirne l’acclività ed agevolare le operazioni agricole con mezzi meccanici, su un’area agricola di proprietà della Soc. Casabianca, ubicata nel Comune di Scarperia presentando 6 pratiche per la stessa tipologia di intervento, nelle seguenti aree in fraz. S.Agata:
Loc. Campisano.foglio 43, p.lle 33-4762-63-96;
Loc. Case di Gabbiano foglio 56, P.lle54-55-56;
Loc. Laghi di Sopra foglio 57, p.lle105,144,145;
Loc. Laghi di Sotto foglio 57, p.lle 5,6;
Loc. Fabbraccio foglio 43, p.lle23,92;
Loc. Marticcioli foglio 47, p.lle56,59;
In relazione a tale iscrizione la P.O. ricorda agli Enti in indirizzo che la Provincia per legge non valuta in sede di iscrizione elementi relativi a norme diverse dalla normativa tecnica sui rifiuti e che l’iscrizione non esime i singoli soggetti dal rispetto di ogni altra normativa, in primis le norme urbanistiche e che pertanto le terre utilizzate dovranno avere caratteristiche compatibili col tipo di intervento realizzato e con la destinazione specifica, dovendosi quindi rispettare da parte della Ditta tutto quanto previsto nell’autorizzazione comunale compreso il fatto che le terre siano conformi ai limiti di concentrazione stabiliti dal Comune e che questo dovrà comunicare alla Provincia gli esiti di qualunque provvedimento intrapreso nei confronti della Ditta, qualora non rispettasse le norme urbanistico-edilizie (Allegato 3);
Vista la documentazione fotografica (allegato 4) acquisita dalla sottoscritta nella prima decade del mese di febbraio c.a. a seguito di sopralluoghi effettuati presso i siti individuati dal documento della Provincia sopradescritto, si rileva:
come risultino in pieno svolgimento i lavori nel sito di Marticcioli, in fondo alla Via di Gabbiano (foglio 47, p.lle 56,59), nel quale peraltro il cartellone di cantiere risulta per alcune parti ormai illeggibile, con continui arrivi di camion (ogni 5 minuti circa) carichi di terra e sassi che dal bordo della strada, sporgendosi sul dirupo e scuotendo il cassone alzato per far cadere la terra umida, scaricano nella ripida valle sottostante;
come risultino altresì già iniziati e forse poi sospesi i lavori nell’area Laghi di Sopra (foglio 57, p.lle105,144,145) che si presenta con recinzione di cantiere ma totalmente priva di cartellone e con ampia zona di accumulo di terre e rocce di riporto, probabilmente in attesa di disporre dell’apposita strada di cantiere in costruzione che proprio in questi giorni è stata ultimata.
come gli altri 4 siti, Campisano, Case di Gabbiano, Laghi di sotto e Fabbraccio risultino ancora intatti.(Allegato 3);
Nel corso dei sopralluoghi la sottoscritta ha notato che il sito di Campati si presenta come un’ enorme discarica in totale abbandono, con residui di perimetrazione e cumuli di materiale terroso in precario equilibrio. Ci sono poi nella zona altri due siti, uno sulla strada davanti alla Villa rinascimentale Lo Sprocco e uno appena sopra a cui si accede dalla strada per Marcoiano, che presentano il medesimo aspetto di discarica con cumuli di terra, ugualmente non perimetrati.
Sempre all’inizio della strada per Marcoiano, salendo, sulla destra, è presente un terrapieno formato da materiali di riporto attualmente occupato da un deposito di legna.
Un altro rilevato di terra di riporto, perimetrato e con cumuli che deturpano il paesaggio, è da anni presente sulla sinistra della strada che dalla Via di Gabbiano, bivio delle 4 strade, porta a Scarperia e costeggia l’impianto di Golf (Via dell’Azzurro);
Rilevato che nel vigente Piano Paesaggistico della Regione Toscana, nella parte Mugello, la Pieve di S.Agata e dintorni risulta una zona di particolare pregio ed elemento di eccellenza (cfr.pg.9 e pg.21) e che l’obiettivo di qualità è la conservazione della struttura del paesaggio collinare che rappresenta un fattore sostanziale di diversità biologica e morfologica (cfr.parte III Valori naturalistici pg.5) e che la strada su cui insistono i lavori di Marticcioli, la via di Gabbiano, altro non è che l’ antica via romana Flaminia Minor dalla quale passa il famoso e frequentatissimo percorso Trekking “La Via degli dei” Bologna-Fiesole,
Richiamato l’art.9 della Costituzione sulla tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico;
Si ricorda poi la Legge Regionale n. 1/2005 “Norme per il governo del territorio” che all’articolo 3: – Le risorse essenziali del territorio recita:
1. La Regione, con la presente legge, promuove e garantisce la tutela delle risorse essenziali del territorio in quanto beni comuni che costituiscono patrimonio della collettività.
2. L’insieme delle risorse essenziali di cui al comma 1 è costituito da:
a) aria, acqua, suolo e ecosistemi della fauna e della flora;
b) città e sistemi degli insediamenti;
c) paesaggio e documenti materiali della cultura;
Siamo a chiedere:
1.Con quale delibera comunale sia stato approvato il Piano di miglioramento agricolo dell’Azienda Casabianca del 2009, come si sia espressa in proposito la Commissione comunale competente e se sia stato recepito il parere tecnico obbligatorio ma non vincolante espresso dalla Comunità Montana (n.rep.74/09);
2.Per quanto riguarda la concessione in località Campati, concessione edilizia 164/2006 del 05.02.08, che risulta attualmente sotto sequestro giudiziario:
quando si potrà nuovamente disporre del fascicolo della concessione edilizia, visto che mancando questo è impossibile esercitare da parte dei cittadini il diritto di accesso agli atti ai sensi della L.241/90. L’Ufficio Tecnico e l’Amministrazione poi, non disponendo dei contenuti degli atti stessi da loro autorizzati, non possono valutarli correttamente e nel dettaglio;
se si può disporre della copia del decreto di convalida e sequestro preventivo di Campati da parte del Tribunale di Firenze, dato per difformità del materiale conferito rispetto a quanto previsto dal Comune di Scarperia;
quanti e quali controlli e in quali tempi il Comune di Scarperia abbia attivato per il rispetto delle norme urbanistico-edilizie da parte della Ditta Rappuoli nella realizzazione di quanto previsto e come la ditta abbia potuto completare lo sversamento di una così ingente quantità di terre difformi senza essere peraltro fermata in tempo;
quali provvedimenti abbia già intrapreso o intenda prendere il Sindaco, come responsabile della salute dei suoi amministrati, per il ripristino ambientale del sito Campati al fine di ottenere l’attuazione da parte della ditta Rappuoli delle prescrizioni della Provincia con l’allontanamento del materiale difforme e l’eventuale bonifica del territorio, a tutela della salute dei cittadini, dell’ambiente agricolo e del paesaggio;
3.Per quanto riguarda la concessione in località Marticcioli, la 220/2010, ci sembra che i terreni riportati in un territorio così declive possano costituire un rischio idrogeologico; questi infatti non vengono compattati, ma vengono gettati aspettando che franino sul fondo.
Visto che è una zona in movimento, vista anche la presenza sul declivio di due sorgive (ora coperte dalla massa di terra), chi controlla che i lavori che vi vengono fatti non costituiscano pericolo di smottamento?
In caso di smottamento, le case situate sopra e sotto questa zona, non sono in pericolo? E non c’è forse anche il rischio che queste continue frane di terreno riportato non compattato possano occludere il fosso sottostante?
Sempre guardando Marticcioli, si vedono degli ammassi di terra nera, di cosa si tratta di catrame?
Quando si potrà nuovamente disporre del fascicolo della concessione edilizia?
E’ nota la provenienza delle terre e rocce che vengono sversate? E quali e quanti controlli su qualità e quantità del materiale vengono previsti ed effettuati?
Quali esiti hanno avuto questi controlli?
Perché non è prevista una pesa per i camion che garantisca che il materiale da scaricare è equivalente a quello di partenza
Sono previste specifiche modalità di esecuzione nel riporto di terre e rocce che al momento vengono fatte franare senza compattarle? Ci sono controlli a riguardo?
Come si ritiene poi di coltivare questo appezzamento con mezzi meccanici visto che non è compattato ed è più declive di prima?
Come s’ intende garantire la sicurezza per la viabilità dei cittadini sulla via Prov.le 67 visto che a causa di questi lavori di ripristino ambientale, transitano in quella zona anche più di 100 camion al giorno ad alta velocità e quali provvedimenti s’ intendono prendere per ripristinare normali condizioni di viabilità nell’ultimo tratto della strada di Gabbiano, che si presenta fangoso e mal percorribile?
Ci sono controlli sul rispetto delle normative per la sicurezza del personale impegnato nei lavori, inclusi gli autisti trasportatori?
4.In quanti e in quali siti (ovvero in quali fogli e particelle catastali) sono stati attivati i lavori di ripristino ambientale dall’Azienda Casa Bianca o dalla società agricola la Ghiandaia?
5.Anche in altre Aziende del territorio sono stati chiesti ed attivati analoghi lavori di ripristino ambientale?
6.Quante e quali sono attualmente le concessioni “sotto sequestro”?
7.Cosa intende fare il comune per le concessioni non ancora attivate?
8.Chi si occupa nell’operativo del controllo di questi siti affinchè vengano rispettati gli accordi presi in base alla concessione edilizia?
9.Quali provvedimenti il Sindaco intende adottare affinchè la cartellonistica in questi cantieri sia presente e ben leggibile, (numero di concessione, data di inizio e fine lavori…etc…) per facilitarne trasparenza e possibilità di controlli e affinchè le zone siano perimetrate secondo le disposizioni di legge?
10. Riguardo alle terre di riporto in località Lo Sprocco e sopra, sulla via per Marcoiano, nonchè in via dell’Azzurro (come specificato in premessa), che vicende si sono succedute? Che cosa è stato riportato in quelle zone? Che tipo di terre, da dove, con quali concessioni e da quali Ditte? Perchè le zone non sono perimetrale? Ci sono stati o permangano provvedimenti di sequestro?
11.Sia il Sindaco che la Giunta comunale non ritengono in ogni caso lesi da tali lavori i valori paesaggistici tutelati dall’art.9 della Costituzione e dalla L.R. 1/2005? Come intendono operare eventualmente per ristabilirne il rispetto nel territorio comunale?
12.Alcuni comuni vietano nel loro territorio i lavori di ripristino ambientale (di material esterno); il sindaco e la Giunta ritengono credibili le finalità di miglioramento agricolo di tali interventi con sversamento di terre e rocce provenienti dall’esterno? Non ritengono forse che si ricorra a questi lavori come espediente per giustificare lo smaltimento di materiali mal collocabili? Quali orientamenti intendono assumere in caso si dovessero presentare richieste simili in futuro?